"Ma in ogni caso abbiamo avvertito e diffidato l'impresa, forti della precisa volontà del ministero Infrastrutture, Regione Sicilia e Comune di Palermo pronte a costituirsi parte civile. L'opera va completata", chiarisce ancora Pagone che in Rfi è in pratica il massimo controllore dell'avanzamento delle opere ferroviarie nel Sud su cui in questi mesi battono senza sosta Delrio e Renzi. "Se non lo farà Sis - promette - lo faremo con un'altra impresa ma non ci saranno altre incompiute". Ma una rescissione, in realtà non la vuole nessuno anche perchè porterebbe in avanti le date di consegna di almeno 18-24 mesi, sfiorando il 2020. Ritardi ulteriori rispetto a quelli già accumulati, l'ultimo appunto quello del treno per l'aeroporto.
Al momento l'opera è completa al 72 per cento. Al 96 per cento la tratta A da Notarbartolo a Roccella dove c'è il grosso problema della galleria Imera allagata. A questo proposito Rfi ha convocato la cinquantina di famiglie sgomberate dai palazzi che saranno demoliti per completare l'opera e che aspettano il pagamento delle mensilità di affitto arretrate. "Abbiamo preso in carico i pagamenti degli affitti che Sis non ha voluto onorare - spiega Palazzo - ci sono alcuni ritardi tecnici ma tutti saranno pagati". Ma poi c'è il problema dell'iter burocratico: cambio di destinazione d'uso, nuove autorizzazioni di impatto ambientale che per Rfi non servono ma che la Regione valuta ancora se chiedere. E poi i lavori di scavo fino a 50 metri di profondità per completare dall'alto la galleria. Dall'altro versante, tratta C La Malfa-Carini, lavori completi all'86 per cento. Più indietro la tratta B i cui lavori sono iniziati solo nel 2013 e che si concluderanno, conferma con ottimismo Rfi, nel dicembre del 2018. Fino ad ora realizzato il 45 per cento delle opere. Qui c'è il problema dei lavoro fra Notarbartolo e San Lorenzo che bloccano i treni per Punta Rasi. "Una decina di milioni di opere civili - spiega Pagone - e trenta milioni di opere tecnologiche per aprire la linea con binario unico da Notarbartolo a San Lorenzo" quelle opere che Sis poteva ultimare a dicembre ma che adesso saranno pronte a giugno 2017.
Così la Sis resta sul banco degli imputati e il cantiere in bilico. "Abbiamo già rivisto almeno due volte gli importi - spiega Palazzo - a dimostrazione che i rappoti fra Rfi e Sis sono improntati alla massima colaborazione, l'impresa è seria e fino ad ora ha lavorato bene. Ma deve andare avanti fino alla fine senza ulteriori richieste. Poi tenti di rivalersi di eventuali perdite dopo la consegna delle opere come vuole la legge". "Confermiamo che l'azienda ci aveva preannunciato la chiusura dei cantieri e i licenziamenti - sottolinea Francesco Piastra della Fillea Cgil - e ricordiamo che già da mesi avevamo avvertito Rfi che i lavori andavano avanti a rilento e si erano quasi fermati. Se l'azienda adesso fa marcia indietro meglio così".
"Considerato il pregiudizio già arrecato alla città per la ritardata esecuzione delle opere, nonché quello ancora più grave che deriverebbe dal mancato completamento - rincarano il sindaco Leoluca Orlando e l'assessore alle Infrastrutture Emilio Arcuri reduci da un incontro con Rfi - l'Amministrazione comunale farà valere le proprie ragioni a tutela dei diritti dei cittadini". Giovedì prossimo, 3 novembre tutte le parti della vicenda sono state convocate dal prefetto. Antonella De Miro ha convocato alle 9 la Sis, Rfi, il Comune di Palermo e i sindacati degli edili di Cgil, Cisl e Uil. Le sigle sindacali in vista del vertice in prefettura, hanno deciso di revocare lo sciopero dei lavoratori previsto per venerdì prossimo. Dopo poco più di una settimana, il 16 novembre, torneranno in Sicilia il premier Matteo Renzi e il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio per fare un tour "sui cantieri aperti in Sicilia"come annunciato dal presidente del Consiglio proprio da Palermo. Al piano terra degli uffici Rfi accanto alla stazione centrale di Palermo i tecnici sono al lavoro con febbrili riunioni proprio in vista di questa visita e per sbloccare